Informazioni principali
- Stato percorso: provato (ultima verifica/aggiornamento: maggio 2024)
- (originariamente pubblicato tra il 2020 e il 2022 su visiumbria.wordpress.com)
- Visitabile nei giorni feriali: SI
- Visitabile nei giorni festivi: NO
- Servito da: autobus extraurbani Busitalia
- tabella orari: servizi extraurbani, bacino di Terni
- linee di riferimento:
- [E653] Orvieto – Baschi – Montecchio – Guardea – Alviano – Lugnano in Teverina – Amelia – Narni – Terni
- [E638] Montecchio – Guardea – Alviano – Lugnano in Teverina – Amelia – Narni – Terni
- transito: a cappio
- Cambi (quanti mezzi prendere): 2
- Prerequisiti: Orvieto, Amelia
- Formula di viaggio da Roma: treno + bus extraurbano
- Distanza approssimativa da Roma: 160 km
- Tempo di viaggio approssimativo da/a Roma (slarghi esclusi): 2 h
Come arrivare ad Alviano da Roma
Alviano ha la sua propria stazione ferroviaria sulla linea Roma – Firenze, un treno da/per Roma ogni due ore anche nei festivi, circa un’ora di viaggio… fantastico, senonché è praticamente inutile per chi si vuole spostare solo con i mezzi pubblici. E perché mai, direte voi?
Perché la stazione si trova a valle, a circa 4 km di distanza dal borgo, di cui la metà in salita e non c’è alcun collegamento di trasporto pubblico tra la stazione e il centro storico.
No, non è che c’è un servizio urbano che però è quasi del tutto inutilizzabile per orari insufficienti – come per esempio a Trevi – no, no… qua non c’è proprio alcun collegamento e basta. Nada, niet, nisba. No tripe for cats.
Perché non c’è? Andate a chiederlo alla Regione Umbria, a Busitalia e perché no, anche a Trenitalia.
Probabilmente vi diranno (in coro) che costerebbe troppo implementare una navetta di 4 km x 2 da Alviano stazione ad Alviano rispetto al (presunto) traffico passeggeri che lo utilizzerebbe.
Ma davvero. Poi però chissà perché uno si ricorda così, en passant, impromptu, che per esempio la stessa Trenitalia quando vuole è capace di organizzare mirabolanti “freccialink” – cioè collegamenti bus diretti – tra Firenze e Perugia (!! che sono più di 150 km…) – per chi arriva a Firenze con l’alta velocità …
Ah ma certo: la stazione di Alviano non è alta velocità, è regionale. Questo spiega tutto! Alta velocità -> mercato. Regionale -> contratti di servizio.
A posto.
Non è che non si può fare: non lo si vuole fare. E’ vero che con l’AV Trenitalia “sta sul mercato” e ha il diritto di scegliere di investire dove meglio crede, dove ritiene più remunerativo l’investimento, però anche i contratti di servizio regionali non è che sono venuti al mondo per generazione spontanea. Si scrivono, come qualsiasi documento, e c’è qualcuno che decide cosa scriverci.
Si vede che a nessuno andava di riflettere un attimo che forse si poteva prevedere nel contratto un supplemento tariffario, da far pagare ai viaggiatori che hanno bisogno di usare una navetta urbana in casi come questo, dove i km dalla stazione al centro non sono molti ma sono anche troppi per andare a piedi. E non stiamo neanche parlando di una stazione sperduta su una linea prossima a diventare ramo secco.
Fatto sta che ‘sto collegamento non c’è e ancora nel 2022 uno arriva in treno ad Alviano, gli mancano 4 km e se non ha l’auto (se l’è portata appresso in treno, certo…) deve andare a piedi.
Naturalmente questi problemi li hanno solo turisti e forestieri, perché chi ad Alviano ci abita la stazione la usa eccome. Il tratto dalla stazione al centro lo copre in macchina che lascia in stazione, mica se la porta a Roma.
Nelle valutazioni di cui sopra avranno calcolato che i passeggeri che usano la stazione di Alviano sono in gran parte residenti di Alviano e quindi il mezzo proprio ce l’hanno già. A che gli servirebbe la navetta? E così il turista rimane fregato.
Ah ma no, ma certo. Avranno assunto che anche il turista si muove in macchina! Sono turisti, falli venire in macchina da Roma o da Firenze o da dove meglio credono. Tanto sono turisti quindi se la vanno a cercare, perché venirgli incontro e rovinargli il gusto dell’avventura? E tanto sono comunque pochi. E tanto la macchina ce l’hanno tutti. Fagli pagare tanti soldini in carburante (accise, tasse, entrate!). Fagli usurare in fretta la macchina con viaggi di centinaia di km a botta così la ricomprano prima. Tanto… E sì, tanto, tanto… tanto è tutto un “tanto” qua…
E niente, qua in Italia sulla mobilità c’è proprio un problema culturale. Stiamo indietro, come la coda del maiale!
E mo’? Alla fine della fiera come c…. ci andiamo ad Alviano senza macchina? Come ammiriamo da vicino il castello, come lo visitiamo il borgo se, tapini noi, di macchina non disponiamo?
La stazione di Alviano abbiamo capito che di fatto è inutilizzabile quindi scordiamocela. Quindi?
Ci si arrangia con quello che passa il convento!
Cosa ci resta? Le linee bus extraurbane E653 / E638 di Busitalia di cui abbiamo già parlato nell’articolo su Lugnano in Teverina. Ma shh! Non lo dite in giro che potrebbero sopprimerle per farci un dispetto!
In pratica bisogna studiare gli orari di quelle linee e trovare uno spazio per arrivare ad Alviano partendo o da Orvieto (stazione) o da Narni (stazione), o anche da Amelia.
E’ comodo? No. Specialmente se uno pensa quanto potrebbe (e dovrebbe) veramente esser comodo con la navetta per la stazione è da rodersi il fegato. Meglio non pensarci.
Si può fare? Sì, si può fare.
Rispetto a Lugnano c’è un altro punto di attenzione: occhio che non tutte le corse della linea scendono al borgo. Quelle che ci fanno fermata hanno stampato un orario di passaggio in corrispondenza del nome “Alviano”. Se invece leggete una barra verticale al posto di un orario di passaggio, spiacente, in quella corsa il bus non passa di qua. Al massimo passa al “bivio” che purtroppo è a qualche altro km di distanza ancora più su rispetto al borgo.
Come tornare da Alviano a Roma
Rispetto a quanto detto sopra c’è da aggiungere che bisogna avere la flessibilità all’occorrenza di impostare il ritorno “proseguendo” sulla linea anziché tornando indietro.
In altre parole se all’andata siete arrivati ad Alviano proveniendo da Orvieto, per il ritorno potrebbe essere più comodo tornare via Amelia – Narni… o viceversa. Dipende tutto dagli orari.
Per quanto riguarda i tempi notate che ci vuole quasi un’ora di viaggio piena da/per Orvieto stazione (strada piuttosto lunga e tortuosa che comprende anche un “cappio” a Montecchio) ma da/per Narni stazione sono comunque più di tre quarti d’ora… Non cito Terni perché tanto il treno da Terni per Roma è lo stesso che ferma anche a Narni.
In caso di emergenza (il bus di ritorno non passa! e rimanete bloccati chissà quanto) non mi risulta ci siano taxi ad Amelia o Narni; ad Orvieto ci sono ma ammesso che accettino di venirvi a prendere da così lontano vi costerà un occhio della testa.
Dunque meglio non attardarsi più di tanto ed esser pronti a prendere il primo bus che passa per una stazione … qualsiasi stazione essa sia.
In caso di emergenza ma proprio emergenza vera e disperata, vi potreste ricordare, come in un sogno ad occhi aperti, della mitica stazione di Alviano.
In zona cesarini, in calcio d’angolo, quella benedetta stazione ferroviaria potrebbe tornare utile e rivelarsi un’ancora di salvezza per il malcapitato turista non-auto-munito.
A patto di… farsi una bella, corroborante passeggiata, chiamiamola così, da Alviano ad Alviano stazione, lungo la strada provinciale.
Supponete di rimanere appiedati ad Alviano. Il bus che volevate prendere al ritorno non è passato, il prossimo magari è tra qualche ora e nel frattempo si farà buio. Nessuno vi garantisce che il prossimo non salti anch’esso la corsa. I taxi da Orvieto non vi rispondono o vi dicono che al momento non vi possono venire a prendere. A “soli” 4 km c’è la stazione, ci sono i treni per Roma.
Che fate?
Vi dico quello che ho fatto io, perché lo scenario che ho descritto sopra è quello che è capitato a me, un bel giorno di Luglio del 2016.
Sono andato al bar, ho chiesto conferma dove comincia la strada per la stazione, che non c’è bisogno di risalire ancora più su al bivio; ho comprato dell’acqua, e mi sono incamminato.
Giù, in discesa, sulla provinciale, verso la stazione, a piedi.
Con l’ombrello aperto per ripararmi dal sole (erano le 15:30 di pomeriggio in piena estate…) e l’acqua a portata di mano, a passo spedito, senza correre ma senza neanche fermarsi.
La prima parte in discesa, più spedita, la seconda parte un lunghissimo rettilineo, sembra non finire mai. Invece passo dopo passo la frazione di Alviano scalo si fa sempre più vicina e alla fine, dopo circa un’ora di cammino, la raggiungo. Fradicio di sudore, pantaloni compresi, ma ce l’ho fatta. Posso prendere il treno per tornare a casa.
Beh non subito, il prossimo è tra un’ora. Compro il biglietto alla macchinetta, che una volta tanto non fa i capricci.
Prendo un gelato al bar della stazione, mi riposo. Osservo con un po’ d’invidia i gatti sonnecchiare all’ombra.
Man mano che si avvicina l’ora del treno la stazione si riempie di gente in attesa. La piazzetta, le banchine che al mio arrivo erano deserte si riempiono di vita.
Nessuno sciupato come me, ovvio: tutti raggianti, rassettati e riposati. Sembrano usciti da un set di Beautiful, ciclisti compresi.
D’altronde chi è quel pazzo che se la fa a piedi da Alviano centro alla stazione?
Perché non c’è la navetta? Ma quale navetta, qua tutti con la macchina, tutti in villeggiatura da amici… a chi può servire il bus?
E già…
Qualche anno dopo (nel 2016 ancora non esistevano) vengo a sapere dei nuovi servizi freccialink per clienti AV Trenitalia e ripenso a quell’avventura.
Non è che magari nel frattempo hanno istituito una navetta?
Macché. Nulla cambia lungo quei 4 km.
Che dire… per citare il poeta:
Ma che ve pozza abbajà lu gattu, che ve pozza miagulà lu cane!!
Capolinea e/o fermate principali
Il bus (sia in direzione Orvieto che in direzione Amelia-Narni!) arriva proveniendo alle spalle rispetto a quest’inquadratura:
gira a destra sotto il castello e raggiunge la fermata:
La palina in pratica è il divieto di sosta per “fermata autobus” al quale è stata fissata la bacheca con gli orari.
Il punto di fermata in realtà è approssimativo perché comunque il bus deve fare manovra per rigirarsi e risalire da dov’è venuto. Tra una manovra e l’altra viene effettuata la fermata.
Se anziché rigirarsi e risalire proseguisse di qua:
scenderebbe alla stazione e sarebbe troppo bello. Invece purtroppo da qua in poi fino alla stazione non esiste trasporto pubblico.
Dall’altra parte invece questo è il bivio di Alviano:
In teoria anche qui c’è una fermata ma non so dire esattamente in che punto, mancano paline. Beh, di palina ce n’è una all’inizio della strada che scende ad Alviano: ma quella è appunto per le corse che scendono ad Alviano. Servirebbe sapere all’occorrenza dove fermano le corse che passano solo al bivio.
Infine, da Alviano alla stazione a piedi: qualche indicazione in più che spero non serva mai a nessuno. Davvero.
Si costeggia prima un distributore:
poi un campo sportivo…
il cimitero…
e poi il nulla, hic sunt uliveti e basta.
Il marciapiede finisce già al distributore, la discesa comincia dal campo sportivo.
Scordatevi marciapiedi, lampioni, strisce pedonali o quant’altro.
Camminare rigorosamente sul ciglio della strada, preferibilmente sul lato più largo nelle curve ma non attraversate se non avete prima una visuale di almeno 200 m in entrambe le direzioni. Non ci dev’essere nessun veicolo in vista né in arrivo a orecchio.
Fortunatamente il traffico è scarso, almeno lo era quel giorno d’estate.
Da quest’edicola il tratto più pericoloso per via delle macchine e dei tornanti è fatto, inizia il rettilineo, dove il pericolo potrebbero essere i cani delle villette… a me ha detto bene visto che soltanto uno mi ha abbaiato, ma da dietro un cancello e ormai in ritardo visto che ero già passato oltre. Dormiglione. Pagliaccio.
Il rettilineo che sembra non finire mai…
ma che a un certo punto finisce:
Ed ecco finalmente l’agognata stazione ferroviaria: